Se le gioiellerie non esistessero più

Come ben sanno tutti coloro che seguono con attenzione l’evoluzione del mercato domestico del settore orafo gioielliero, è molto difficile estraniarsi, nel valutare i dati relativi alle vendite, dal sentiment del momento, soprattutto quando questo raggiunge livelli estremi di pessimismo o, al contrario, di ottimismo. 

Rimanere prigionieri del timore che il futuro sia in costante ed inesorabile peggioramento si rivela spesso un atteggiamento deleterio per il mercato, per i consumatori ovvero per i nostri clienti, che rimangono in perenne attesa che il quadro si rassereni. 

Sul fronte opposto invece l’eccesso di ottimismo può giocare il ruolo contrario, impedendoci quella naturale pianificazione e progressione degli acquisti in favore di un atteggiamento quasi smanioso di buttarsi a capofitto su un prodotto o un brand in particolare perché sembra che non possa far altro che continuare a salire nella scala di gradimento della clientela. Ma ad oggi qual è lo stato di salute del comparto orafo al dettaglio a livello nazionale? 

Bella domanda in un momento storico ove l’economia mondiale rallenta e, come scrivono i quotidiani, le tensioni geopolitiche, accentuate dal conflitto in Ucraina e nella striscia di Gaza, pesano sull’evoluzione del quadro congiunturale globale. Anche se bisogna dire che, ad ora, è impossibile dare una stima precisa di quanto questi tragici eventi graveranno sull’economia nazionale ed internazionale. I dati dell’osservatorio annuale di Federpreziosi ci aiuteranno a comprendere al meglio l’evoluzione nonchè le prospettive di mercato.  

Intervengono:
Pierluigi Ascani, Presidente Format Research
Stefano Andreis,  gioielliere – Presidente Federpreziosi Confcommercio
Elena Spanò,  gioielliere – Presidente Federpreziosi Confcommercio Firenze Arezzo
Simone Haddad, gioielliere –Vice Presidente Federpreziosi Confcommercio Roma

Modera: 
Steven Tranquilli, Direttore Federpreziosi Confcommercio

In collaborazione con Federpreziosi Confcommercio